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viernes, 11 de marzo de 2011

L'onorevole Angelina - Luigi Zampa (1947)


TÍTULO L'onorevole Angelina
AÑO 1947 
SUBTITULOS No
DURACIÓN 90 min.   
DIRECTOR Luigi Zampa
GUIÓN Piero Tellini, Suso Cecchi d'Amico, Luigi Zampa, Anna Magnani 
MÚSICA Enzo Masetti
FOTOGRAFÍA Mario Craveri (B&W)
REPARTO Anna Magnani, Nando Bruno, Ave Ninchi, Armando Migliari, Maria Grazia Francia, Ernesto Almirante, Gianni Glori, Franco Zeffirelli 
PRODUCTORA Lux Film / Ora Film
GÉNERO Drama

SINOPSIS Centenares de familias se encuentran sumidas en la pobreza en una popular barriada de Roma. Allí vive la mujer de un suboficial de policía, Angelina, que trabaja duramente para mantener a sus cinco hijos. (FILMAFFINITY)


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Un film facile e sincero, come certe parolacce, come certe canzonette. Strapperà sorrisi e risate alle platee, farà inarcare il ciglio a quanti sono o si credono raffinati. E se questi non avranno torto, il film è però vivace, mosso, colorito, è del più semplice teatro dialettale. Questa Angelina, dalla lingua assai lesta e dalla mano quasi pronta, questa Angelina che a poco a poco diventa la voce più ascoltata e sincera del rione di Pietralata, e guida le altre comari, sue compagne di stenti e di miserie, prima a svaligiare il magazzino di un borsaro nero, poi a «occupare» un palazzone, è una figurina di questo nostro dopoguerra. Avrebbe soltanto la crudezza di un piccolo fatto di cronaca, avrebbe tutt'al più l'accento di una vignetta un po' amara di un settimanale umoristico, se non le giovasse il romanesco con il suo lepido sapore, in un continuo «baccaja» nel quale lo spettatore più volonteroso può anche trovare una pallidissima eco di Meo Patacca e di Pasquino. Film tutto vociato, tutto gridato, i suoi tratti migliori sono in episodietti d'avvio, in rapide e grosse pennellate d'ambiente, in riferimenti diretti alla vita vissuta di oggi e di ieri.

Quando tenta il drammetto, fatto di sdegno e di commozione, della povera Angelina raggirata da chi aveva potuto credere un benefattore, respinta e derisa da chi era stato da lei, alla sua maniera, beneficato, allora il film si rivela assai sbrigativo, di un popolaresco sommario, da repertorio di un Govi o di un Casaleggiu. Ma, quasi in ogni istante, si impone Anna Magnani. Onoriamo nell'onorevole Angelina un'attrice, di gran lunga la migliore che abbia oggi il nostro cinema. Regista di se stessa, abbandonata al suo temperamento di popolana, volonterosa e decisa nell'imbruttirsi a oltranza, solo che quella bruttezza malinconica e laida serva un carattere, un personaggio, la sua gamma è sempre alta, rasenterebbe lo stridulo; ed è invece ricca di inflessioni sapienti e istintive. Roma città aperta ce l'aveva rivelata, L'onorevole Angelina ce la conferma; e, date le grossolanità spicciative e saporite del film, ci è tanto più gradita questa conferma.
Mario Gromo (1947)
Da Film visti. Dai Lumière al Cinerama, Edizioni di Bianco e Nero, Roma, 1957

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