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jueves, 16 de junio de 2011

La visita - Antonio Pietrangeli (1964)

(A pedido de titti)
TÍTULO La visita 
AÑO 1963 
SUBTITULOS Si (Separados)
DURACIÓN 100 min.
DIRECTOR Antonio Pietrangeli
GUIÓN Antonio Pietrangeli, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Gino De Santis
MÚSICA Armando Trovajoli 
FOTOGRAFÍA Armando Nannuzzi (B&W)
REPARTO Sandra Milo, François Périer, Mario Adorf, Gastone Moschin, Angela Minervini , Ettore Baraldi, Giancarlo Bellagamba, Bruno Benatti, Paola Del Bon, Ferdinando Gerra, Abele Reggiani
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia; Aera / Zebra Films
PREMIOS 1964: Festival de Berlín: Nominada al Oso de Oro. Premio FIPRESCI
GÉNERO Comedia. Romance

SINOPSIS La película narra el encuentro de dos personas que se han conocido a través de un anuncio, un librero romano y una mujer de provincias, perdida en un pueblecito (FILMAFFINITY)



Con questo film, ambientato nella bassa mantovana e con protagonista la Sandra Milo che lui stesso aveva scoperto e lanciato nel 1955 in Lo scapolo, Pietrangeli raggiunge quella che è senza dubbio una delle più alte vette della sua carriera. Prima di tutto dal punto di vista della messa in scena: inframmezzato dai suoi flashback improvvisi e precisi, La visita è soprattutto un film di impressionante rigore registico, tenuto conto della semplicità dell'ambientazione e della riduzione dei conflitti, in cui ogni singolo movimento di macchina è studiato nel dettaglio - e proprio grazie a questa precisione si crea una tensione tra i due protagonisti che non ha davvero pari. E La visita è, appunto, soprattutto l'incontro tra Pina e Adolfo: da una parte la perfezione di un personaggio che è insieme tra i più dolci e tra i più malinconici del cinema italiano di quegli anni, dall'altra l'impietoso ritratto che François Périer regala del gretto e meschino libraio romano. Lo scontro psicologico, inserito in un contesto che fa luce su una provincia molle e abbandonata così come sui contrasti regionali, dà il vita a uno dei duetti più amari e inquietanti mai prodotti nel contesto allargato della cosiddetta "commedia all'italiana", in cui la presenza di Mario Adorf e Gastone Moschin non fa che arricchire questo piccolo capolavoro del nostro cinema.
http://giovanecinefilo.splinder.com/post/20567999/la-parmigiana-la-visita-antonio-pietrangeli-1963



Non c’è dubbio: Antonio Pietrangeli è stato uno dei maggiori cineasti italiani attivi tra gli anni cinquanta e il 1968, anno in cui morì a causa di un annegamento.
Dieci lungometraggi e due corti per film a episodi. Non una grandissima produzione (quantitativamente), ma senza dubbio un’esperienza di cinema che ha regalato alla nostra cultura audiovisiva alcuni importanti lavori.
Il fatto è che Pietrangeli è ormai un cineasta totalmente dimenticato. Si tratta di una vera e propria ingiustizia che non rende merito a un regista che risulta ancora oggi un maestro di stile e un esempio di capacità nell’utilizzazione del linguaggio audiovisivo. I suoi film sono rarissimi in televisione e i passaggi sul piccolo schermo sono spesso limitati a due opere: Io la conoscevo bene (1965), il suo capolavoro (interpretato da Stefania Sandrelli) , e La Parmigiana (1963). Ma non ci si può dimenticare de Lo scapolo del 1955, con uno straordinario Alberto Sordi, di Questi fantasmi (1960) con Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman, e de Il magnifico cornuto del 1964, interpretato da un Ugo Tognazzi in grande forma.
Il mercato dei dvd è altrettanto poco sensibile a questo talento. Sono rintracciabili Il magnifico cornuto, Adua e le compagne (1960) e, in un cofanetto dedicato alla figura di Sordi, Lo scapolo.
Ora però, è disponibile, edito da Minerva Classic, La visita, uno dei suoi film più riusciti. Si tratta di un’opera del 1964 ed è uno dei titoli in cui il regista romano diresse Sandra Milo. Non sembri questa notazione priva di rilevanza, poiché proprio la prestazione della nota attrice rappresenta uno dei punti di forza del lungometraggio.
Al centro della vicenda una figura femminile, quella della delicata e solitaria Pina, lavoratrice della bassa mantovana, che cerca senza grandi speranze e un po’ di malinconia un marito tramite una rubrica che si chiama “La posta del cuore”. Dopo un rapporto epistolare, andrà così a trovarla Adolfo, un commesso di una libreria di Roma. Si tratta di un uomo mediocre, furbastro e volgare che cerca solo di entrare in contatto con una donna che possa migliorare la sua condizione economica.
Il film si svolge quasi integralmente nella casa di Pina e si evolve narrativamente attraverso un intreccio di presente e passato che serve a fornire elementi significativi sulle esistenze dei due protagonisti. Viene fuori un ritratto amaro di due distinti caratteri italiani: quello provinciale ingenuo e puro, quello cittadino disincantato e bassamente materialista.
Pietrangeli edifica un impianto visuale di grande impatto e costruisce un mosaico registico basato sulla solidità delle inquadrature ma anche sulla essenziale modernità dei movimenti di macchina.
La visita è un esempio di stile e di regia, un’opera che conferma le qualità creative di un autore che ha utilizzato la macchina da presa sempre con assoluta accortezza, cercando di ricreare un mondo espressivo personale.
Il dvd pubblicato da Minerva Classic, è il risultato di un restauro in digitale che ha restituito alle inquadrature di Pietrangeli tutta la loro forza comunicativa e compositiva.
http://www.cultframe.com/2006/06/la-visita-il-film-di-antonio-pietrangeli-in-dvd/

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