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sábado, 15 de octubre de 2011

Il coraggio - Domenico Paolella (1955)


TÍTULO Il coraggio
AÑO 1957 
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS En italiano
DURACIÓN 95 min.
DIRECTOR Domenico Paolella
GUIÓN Edoardo Anton, Marcello Ciorciolini, Riccardo Mantoni, Marcello Marchesi, Carlo Moscovini, Totò (Historia: Augusto Novelli)
MÚSICA Carlo Savina
FOTOGRAFÍA Mario Fioretti (B&W)
REPARTO Totò, Gino Cervi, Irène Galter, Gabriele Tinti, Paola Barbara, Bruna Vecchio, Ernesto Almirante, Leopoldo Trieste, Gianna Maria Canale, Anna Campori
PRODUCTORA D.D.L.
GÉNERO Comedia

SINOPSIS Aristide Paoloni salva a Gennaro Vaccariello del río Tíber donde este se había arrojado. El hecho se vuelve conveniente más aún porque las elecciones están próximas. Pero el día después del rescate, Gennaro llega a su casa y pide ser hospedado, Aristide le ha salvado la vida, y ahora esta es su responsabilidad. También a causa de las elecciones Aristide acepta, pero Gennaro además lleva a vivir a seis hijos y un tío... (FILMAFFINITY)


Il film è ispirato vagamente "Boudou salvato dalle acque" di Jean Renoir. Protagonisti in grande forma che si lanciano continuamente le battute fino allo scoppiettante finale. E' il primo film interamente prodotto dalla D.D.L., le riprese iniziano nel settembre del '55 negli stabilimenti Pisorno di Tirrenia, Totò scrittura personalmente l'attore Leopoldo Trieste. Il film non ebbe il successo commerciale sperato tanto che Totò lasciò la società di produzione agli altri due soci, anzi si racconta che il Principe alla fine del primo ciak pretese la consueta paga giornaliera ma dal momento che anche lui era uno dei produttori gli fu detto: "Ma Principe il film lo produciamo noi ! I soldi li avrai ai primi incassi" E Totò di rimando: "Ah, ma cosi' non mi trovo ! Sapete che vi dico? Se le cose stanno così continuate la società senza di me!". Scriveva Luigi Chiarini. " Totò è quel grande comico che tutti conosciamo, ma quanti sono i film tra decine e decine da lui interpretati che si salvano non dico sul piano dell'arte, ma almeno sul piano dell'intelligenza e della dignità? Totò ha sempre successo di pubblico perchè le sue risorse sono tali da strappare qualche risata anche con le più insulse banalità. ...Questa volta nemmeno Totò è riuscito a superare la piattezza della sceneggiatura. Ne è venuto fuori un film scolorito e noioso...
Tratto da "Totò principe clown" di Ennio Bìspuri per gentile concessione



Domenico Paolella e Totò

Quando io ho avuto Totò per Il coraggio e Destinazione Piovarolo,Totò era molto legato alle sue radici popolari. Nel film Il coraggio volevo fare un ambiente borghese in cui s'inserisce un personaggio popolare, il povero napoletano straccione che si vuol suicidare, ma viene salvato da uno che strumentalizza il salvataggio, e lui si piazza in casa del salvatore con tutta la famiglia: " Mi hai salvato, sei mio padre, sta a te occuparti di noi ". L'ambiente di Destinazione Piovarolo è invece una piccola stazione di provincia, dove Totò è finito, la più schifosa e piovosa stazione di provincia, dove, dal 1912 al 1958, anno del film, cerca di essere promosso applicando il regolamento.
Totò e Cervi erano diversissimi. Cervi è un attore di teatro, del teatro borghese, bravissimo, ma aveva nei confronti di Totò una certa piccolissima sufficienza. Certe sbrodolature che erano l'invenzione di Totò non entravano nei canoni tradizionali di una recitazione borghese. Totò era imprevedibile. Ma di questa sottile tensione io ho cercato di avvalermi. Certe espressioni di Cervi che guarda Totò in quella maniera... ineffabile, erano in realtà stupende, ma erano al di fuori del personaggio, erano di un attore che recita con un attore diversissimo da lui. Totò era in realtà molto distruttivo, non professionalmente ma dal punto di vista umano. Una specie di pigrizia napoletana, non so. Gli parlavo di certe soluzioni per il personaggio, del retroterra che gli si poteva dare, e lui sembrava improvvisamente stanco, mi diceva a bassa voce: " Mimmo, dimmi cosa vuoi che io faccia ", e mi bloccava, mi faceva proprio soffrire... Lui era rimasto alla cultura delle sue origini: il cinema non lo amava, era un attore da strada. ln Destinazione Piovarolo, vestito da capostazione, mentre giravamo con le macchine che non si vedevano, gli si accostano dei veri viaggiatori e gli chiedono il treno per Pescara. Lui, con una serietà e una finezza incredibili, li indirizzò a un treno che quelli presero, e che finiva chissà dove! Ma fu una scena stupenda. Attore da strada.
L'articolo che segue e' tratto da "Totò" di Franca Faldini e Goffredo Fofi (novembre 1987)
http://www.antoniodecurtis.com/ricordi/domenico_paolella.htm

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