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miércoles, 11 de enero de 2012

Dillo con parole mie - Daniele Luchetti (2003)


TITULO ORIGINAL Dillo con parole mie
AÑO 2003
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS En Inglés (Separados)
DURACION 108 min.
DIRECCION Daniele Luchetti
GUION Ivan Cotroneo, Daniele Luchetti, Stefania Montorsi
REPARTO Stefania Montorsi, Giampaolo Morelli, Martina Merlino, Marco Piras, Alberto Cucca
FOTOGRAFIA Paolo Carnera
MONTAJE Angelo Nicolini
MUSICA Gianfranco Salvatore
PRODUCCION STUDIO CANAL URBANIA
GENERO Comedia

SINOPSIS Che estate terribile quella che si prospetta per Stefania e Megghy, rispettivamente zia e nipote. Stefania, trentenne, è stata appena lasciata dal suo compagno; la sedicenne Megghy, invece, ha appena perso l'occasione per trascorrere le vacanze con i suoi amici. Entrambe sole, decidono di partire per qualche giorno di relax in Grecia. Ma il destino decide di giocare un brutto tiro: sull'isola di Ios, infatti, Stefania incontra il suo ex Andrea mentre Megghy ritrova i suoi amici. (Coming Soon)



"Fellini descriveva invariabilmente quello che stava facendo come un 'filmettino'. Non sarà quindi un disonore per Daniele Luchetti, che tanto ha contribuito al cinema italiano degli anni '90 con 'Il portaborse' e 'La scuola', rilevare la piccolezza del suo nuovo film. Non che sfugga il suo spirito di esplorazione e di ricerca linguistica. Ma il suo orizzonte adolescenziale, che forse colpirà nel segno e ce lo dirà il botteghino, suona un po' artificiale: sembra uscito da un laboratorio. Che c'entra con la pazza estate di una ragazzina decisa a perdere la verginità, il quarantenne regista del sottovalutato 'Piccoli maestri'? Non è un'opinione negativa: solo perplessa". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 aprile 2003)"Conflitto di interessi sentimentali in famiglia: ri-grazie, zia. Mini pene d'amor perdute, equivoci, con chiacchiere e piccole patologie al femminile, tutto virato in un giovanilismo un po' incosciente. Indovinato il finale in musical con 'Taratata' di Mina, elegante la divisione in capitoletti come se fosse Truffaut, simpatico il cast, con il concupito Giampaolo Morelli e la deb Martina Merlino nel ruolo di una ragazza caratterialmente insopportabile, ma 'Dillo con parole mie' è un esile sketch che non procede e non risolve le liaisons generazionali". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 aprile 2003)"Torna Daniele Luchetti, uno dei nostri registi più intelligenti. L'autore de 'Il portaborse' e 'La scuola' parte per la Grecia a bordo di 'Dillo con parole mie', commedia di equivoci, chiacchiere e pene d'amore ideata e interpretata da sua moglie Stefania Montorsi. E' un pretesto per lavorare in famiglia, ma il finale musical rischia di salvarlo: i due protagonisti cantano 'Taratata' di Mina dentro un pullman. Capolavoro di grazia e ironia. Peccato che arrivi dopo 105 minuti di nulla". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 4 aprile 2003)"La commedia lieve e complicata da molti equivoci non somiglia ai film precedenti di Daniele Luchetti, sembra anzi una piccola vacanza in Grecia che l'autore abbia voluto concedersi. E' stata scritta dal regista e dalla protagonista co-sceneggiatrice Stefania Montorsi mentre avevano deciso di avere un figlio. I luoghi sono bellissimi, gli interpreti sono simpatici".
(Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 11 aprile 2003)



Dopo cinque anni di silenzio Daniele Luchetti ritorna protagonista della scena cinematografica con una moderna commedia degli equivoci.
Cambiando inaspettatamente di registro Luchetti racconta l'avventura vacanziera di Stefania e della nipote quindicenne in Grecia, sull'isola dell'amore, Ios. Due generazioni a confronto tra chiacchiere, fissazioni e nevrosi.
Nella vacanza ottenuta con l'inganno, la giovanissima e diabolica Maggie riesce a trascinare con sé la zia, distratta e sotto choc dalla rottura con il fidanzato Andrea, dopo anni di convivenza. Un piano astuto ideato dalla ragazzina allo scopo di perdere finalmente la propria verginità, bagaglio ormai troppo pesante. Cercando di custodire l'innocenza della nipote, che nel frattempo si è innamorata di un uomo più grande di lei, la povera Stefania è costretta a far fronte ad una vera tempesta ormonale, che coinvolgendola finirà per mettere sottosopra anche tutte le sue certezze.
Una sceneggiatura leggera che mette volontariamente da parte tutte le implicazioni sociali e persino politiche che potrebbero uscire dal confronto tra la generazione anni '80, gli anni del disimpegno in cui ci si perdeva ballando sulle musiche "mitologiche" dei Village People o davanti ai primi Manga giapponesi del tipo di Candy Candy e di Goldrake, e quella del XXImo secolo. Un divertente braccio di ferro tra piccole verità e grandi equivoci sublimati da battute graffianti. Dopo film 'impegnati' come "Il Portaborse" e "Piccoli Maestri", il regista romano scopre il fascino della risata e la vitalità dell'umorismo e con poche battute passa con agilità attraverso temi, altrimenti 'spossanti'.
La sceneggiatura scritta da Stefania Montorsi, anche protagonista del film, in collaborazione con Ivan Cotroneo, è fresca e leggera come ci si aspetta dal genere, e persino innovativa poiché per la prima volta rompe la tradizione della commedia all'italiana lasciando spazio alle donne e alle loro più o meno leggere elucubrazioni sul sesso e gli uomini.
Apertura e chiusura di sipario di grande ingegno con l'iniziale comparazione dei due ormai ex-fidanzati sulla propria diversissima visione della vita, e il loro balletto di riconciliazione finale sulle note di 'Fumo Blu' di Mina.
Valeria Chiari
http://filmup.leonardo.it/dilloconparolemie.htm

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Dopo anni di convivenza, Stefania ed Andrea si sono lasciati proprio alla vigilia delle vacanze estive. La quattordicenne Megghy, nipote di Stefania, convince la zia ad accompagnarla ad Ios, isola della Grecia, dove le fa credere si trovi un gruppo di scout suoi amici. Il piano della ragazzina, in realtà, è un altro: soffrendo la verginità alla stregua di un gravame, ella ha deciso di liberarsene durante il soggiorno. Sfortunatamente, Megghy finisce - all'insaputa di Stefania - per incapricciarsi proprio di Andrea, anch'egli sul luogo in cerca di distrazione...
Di qui in avanti, il tragitto seguito dalla trama di “Dillo con parole mie” è quello di una classica commedia degli equivoci, con tutte le situazioni e le figure canoniche del caso: bisticci, agnizioni, deus ex machina e così via.
Giunto al suo settimo lungometraggio, Daniele Luchetti ha voluto prendersi anch'egli una vacanza, dirigendo una pellicola di limitate ambizioni interpretata da un gruppo di volti freschi e poco visti al cinema: pur se i modelli restano alti, tra il Rohmer de “La collezionista” (coi suoi toni carichi di solarità e nevrosi, come in certi racconti di Quarantotti Gambini) e quello de “L'amico della mia amica” (gli amori che s'incrociano, all'insegna della conversazione), con evidenti imprestiti almodovariani (la “Taratatà di Mina, nel finale). Il tutto, però, non riesce ad assumere alcuna coerenza narrativa; si finisce così per annegare in un oceano di chiacchiere e banalità, rese vieppiù sgradevoli dalla petulanza degli attori, peraltro male assistiti da un copione inesistente. Al di là dei lodevoli intenti, un'occasione perduta.
Francesco Troiano
http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=parole

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Intervista a Daniele Luchetti

Come mai un film dai toni completamente diversi a quelli cui il suo pubblico è abituato?
Sono davvero curioso di vedere come reagirà il pubblico. Sono stato fermo parecchio tempo e cercavo una storia importante e impegnativa, ma continuavo a scartare tutti i soggetti. Ci lavoravo un po' ma non ero mai convinto. Mentre Stefania Montorsi (ndr. la sceneggiatrice) aveva per le mani questa storia che mi piaceva tanto, spontanea e divertente.

Come avete scelto Megghy?
Avevamo un'idea ben precisa di questa ragazza, perché si tratta di una persona reale: un'adolescente con cui Stefania ha stretto un'intensa amicizia un po' di anni fa. Volevo una ragazza con una grazia speciale. Con una storia come questa c'era il rischio di rappresentare una ragazza molto giovane, che sembrasse una ninfetta di cui un uomo più grande si può invaghire. Non volevo nessuna malizia, ma allo stesso tempo cercavo l'ironia, la forza e l'incoscienza di Megghy. Abbiamo effettuato i provini su molte ragazze dell'età giusta, anche perché cercavo una ragazza più grande con il volto giusto per interpretare una quindicenne. Alla fine, per caso, la nostra costumista ci ha suggerito sua nipote. Ci sembrava impossibile trovarla proprio così vicina a noi, ma era lei.

E' cambiato qualcosa per lei facendo una commedia?
La commedia è un atto d'amore nei confronti del pubblico, si realizza per far divertire. Per quanto riguarda il lavoro, posso dire che fare la commedia non mi pesa. Si dice sempre che ci si diverte facendo film, non è sempre vero, ma in questo caso è stato proprio così.

Quali sono i suoi progetti?
Ho già pronto un progetto. Si tratta di un film tratto da "Il dono di Gabriel" un libro di Hanif Kureishi.
http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=parole_intervista&cat=cinema

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