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viernes, 11 de mayo de 2012

La Sculacciata - Pasquale Festa Campanile (1974)


TITULO ORIGINAL La Sculacciata
AÑO 1974
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 95 min
DIRECCION Pasquale Festa Campanile
ARGUMENTO Comedia "NEUROTANDEM" de Silvano Ambrogi
GUION Pasquale Festa Campanile, Luigi Malerba, Silvano Ambrogi
REPARTO Roberto Antonelli, Marisa Bartoli, Vincenzo Crocitti, Paolo Gozlino, Gino Pernice, Alessandro Perrella, Lorenzo Piani, Sydne Rome, Antonio Salines, Toni Ucci
FOTOGRAFIA Salvatore Caruso
MONTAJE Mario Morra
MUSICA Gianni Fierro
PRODUCCION Filmes
GENERO Comedia

SINOPSIS Dopo sei anni, il matrimonio di Carlo ed Elena entra in crisi poiché l'uomo perde la virilità, forse a causa dell'alienante contesto sociale. Non sono in grado di porvi rimedio né Elena (fra l'altro si rimette agli inutili consigli che Lady Anna elargisce da un rotocalco) né tutti e due i coniugi assieme, ricorrendo a raffinatezze, a vizi, a sadomasochismi erotici. Vi riesce invece un sentimento d'amore risvegliatosi in Carlo nel momento in cui si precipita a salvare sua moglie dal suicidio.



Il solido matrimonio tra i giovani Elena e Carlo entra improvvisamente in crisi il giorno che l’uomo scopre di non provare più desiderio fisico per la moglie e di non essere quindi più in grado di consumare il matrimonio stesso.
Elena ovviamente preoccupata cerca in tutti i modi di aiutare il marito in difficoltà arrivando a mettere in pratica tutte le arti erotiche possibili e immaginabili, usando come arma estrema anche il bondage ovvero l’uso di pratiche sado-masochistiche che però non sortiscono alcun effetto.
Non funzionano nemmeno i consigli di lady Anna, un’esperta in crisi di coppia e sessualità che dalle colonne di un rotocalco si prodiga in consigli in aiuto delle coppie in difficoltà.
La situazione sembrerebbe senza via d’uscita perchè nessun tentativo è coronato dal successo: tuttavia un fatto imprevisto metterà a posto la situazione.
Elena tenterà il suicidio e Carlo, che la salva, ritroverà d’incanto la virilità perduta.
Scialbo filmetto datato 1974, La sculacciata è uno dei peggiori film di Pasquale Festa Campanile, che riduce con l’aiuto di Luigi Malerba il romanzo Neurotandem di Silvano Ambrogi, anche lui co-autore della sceneggiatura.
Il regista lucano reduce dalle altalenanti prove fornite con  L’emigrante  e Rugantino, entrambi del 1973, mostra una povertà di idee davvero sconcertante.
Il film, che pure poteva vantare un soggetto accettabile, finisce per snodarsi tutto attorno alle performance erotiche dei due protagonisti, senza mai avere un guizzo, un’intuizione che sollevino il film stesso da una mediocrità assoluta.
Antonio Salines, che interpreta il marito divenuto improvvisamente impotente appare imbambolato e privo di nerbo mentre va meglio la bella Sydne Rome che però paga il pedaggio di un personaggio tagliato con l’accetta.
La brava attrice americana gira nuda per buona parte del film e a ben vedere resta l’unica cosa che si ricordi del film che vivacchia su gag davvero povere d’idee e sopratutto spesso scollegate l’una dall’altra.
Festa Campanile si era distinto fino all’epoca della realizzazione di questo film per la capacità di inserire una ironia tagliente anche se velata dietro film dal valore anche sociale, come La matriarca e Con quale amore con quanto amore, in cui una critica garbata alla società affiorava quà e là con leggerezza.
In La sculacciata invece non c’è nulla di tutto questo, e per tutta la durata del film assistiamo ad un’anonima e a tratti anche indolente trasposizione di immagini prive di forza.
Andrà sicuramente meglio l’anno successivo, quando il regista lucano dirigerà il simpaticissimo Conviene far bene l’amore ; qui invece siamo davvero ai minimi termini e mi sento tranquillamente di sconsigliare la visione del film a coloro che amano le commedie brillanti.
http://it.paperblog.com/la-sculacciata-464424/

Dopo 6 anni di matrimonio Carlo (Antonio Salines) incappa in un “calo del desiderio” e non riesce ad avere più rapporti intimi con la moglie Elena (una splendida Sydne Rome). Di fronte alle insistenti richieste e lamentele di Elena che reclama a gran voce le prestazioni sessuali del coniuge la coppia comincia a pensare a vari rimedi che possano in qualche modo risvegliare la libido di Carlo; i due decidono quindi di prendersi un periodo di vacanza e si rinchiudono in una villa di una zia a Tivoli… E qui cominciano a sperimentare le più bizzarre e perverse pratiche erotiche: si va dalle sculacciate al sadomasochismo, dal vouyerismo al menage a troìs, dall’esibizionismo all’uso di vibratori, dalla mosca cieca alle più svariate posizioni del kamasutra… ma sempre senza successo. Le situazioni ambigue e pruriginose che quindi si sussegueranno saranno le più disparate: Elena si traveste da prostituta e finisce con l’attirare l’attenzione di un vero cliente (Vincenzo Crocitti) costringendo il povero Carlo a salvarla da una situazione imbarazzante; poi tenta di sedurre spudoratamente un timido venditore di enciclopedie porta a porta di passaggio (Gino Pernice) che quasi sviene quando gli viene proposto un rapporto sessuale a tre (che non si consumerà) con il di lei marito; Carlo prova la strada dell’esibizionismo aprendosi di colpo l’accappatoio dinanzi ad una contadina (Franca Scagnetti) che, per tutta risposta, gli sputa addosso; il vibratore acquistato furtivamente in farmacia finisce per essere utilizzato per montare la maionese; Carlo fa innamorare di sé una pecorella… Sembra che tutti i tentativi siano vani ma ci sarà il lieto fine…
Opera tra le meno note del regista Pasquale Festa Campanile e ingiustamente sottovalutata, “La sculacciata” affronta temi scottanti ed è un interessante tentativo di esplorazione di arditi (per l’epoca) e spesso perversi sentieri erotico-sessuali che tuttavia il regista affronta con occhio disincantato e mai morboso: proprio questo fa sì che il film funzioni e faccia quantomeno divertire, centrando il suo obiettivo. Probabilmente Salines non è il massimo come protagonista risultando alla lunga un po’ inconsistente e poco brillante mentre la Rome è invece semplicemente stupenda e regala agli spettatori anche un nudo integrale full frontal (ma mai volgare). Da rimarcare la partecipazione di Vincenzo Crocitti nei panni del burino e quella di Toni Ucci (stranamente doppiato da Ferruccio Amendola) in quelli del prete dispensatore di consigli erotici. Il film è un adattamento della commedia teatrale “Neurotandem” di Silvano Ambrogi e questo si nota un po’ nelle lunghe scene girate all’interno della camera da letto; probabilmente soffre anche di qualche lungaggine di troppo e dà la sensazione di alcune situazioni un po’ forzate inserite per allungare la durata della pellicola. Personalmente credo che se avesse avuto una durata pari a 30/40 minuti sarebbe stato un mediometraggio perfetto da inserire in una commedia ad episodi; ecco, a tal proposito non posso non sottolineare un parallelismo con “L’attimo fuggente” (episodio presente nel film “40 gradi all’ombra del lenzuolo”) nel quale Alberto Lionello e Giovanna Ralli affrontavano il medesimo problema di Salines e della Rome…
Tirando le somme però il film non è affatto malvagio e merita tranquillamente una visione senza impegno, anche se è stato quasi sempre stroncato un po’ ovunque. Insomma, nonostante qualche difetto, non è certamente una pellicola da mandare al macero e ad impreziosirla c’è la bellissima canzone dei titoli di testa “Fai piano, fai presto” cantata da Mina che, insieme alle musiche di Gianni Ferrio, funge da ottima colona sonora insieme alla abusatissima “Je t’aime… moi non plus” di Jane Birkin e Serge Gainsbourg.
http://ilmiovizioeunastanzachiusa.wordpress.com/2011/09/17/la-sculacciata-1974/

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