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domingo, 29 de julio de 2012

Casanova farebbe così - Carlo Ludovico Bragaglia (1942)

TITULO ORIGINAL Casanova farebbe così!
AÑO 1942
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 62 min.
DIRECCION Carlo Ludovico Bragaglia
ARGUMENTO Comedia teatral de Peppino De Filippo e Armando Curcio
GUION Carlo Ludovico Bragaglia, Peppino De Filippo
FOTOGRAFIA Rodolfo Lombardi
MONTAJE Gabriele Varriale
MUSICA Giulio Bonnard
ESCENOGRAFIA Alfredo Montori
PRODUCCION Cinès, Juventus Film
REPARTO Eduardo De Filippo, Peppino De Filippo, Clelia Matania, Giorgio De Rege, Gildo Bocci, Nietta Zocchi, Giovanni Conforti, Nicola Maldacea, Aristide Garbini, Ciro Berardi, Eduardo Passarelli, Alberto Sordi, Roberto Bianchi, Mario Pucci
GENERO Comedia

SINOPSIS Don Agostino scommette con gli amici che riuscirà a trascorrere una notte con la virtuosa moglie di Don Ferdinando, Maria Grazia. Approfittando dell'assenza di quest'ultimo, riesce a introdursi in casa di Maria Grazia, pregandola di nasconderlo dai carabinieri, ma torna Don Ferdinando e chiede conto della sua intrusione.


Trama
Don Agostino si vanta per il paese di essere un irresistibile don Giovanni e fa una scommessa con gli amici del bar: riuscirà a trascorre una notte intera in casa di Maria Grazia, la bella e onestissima moglie di Don Ferdinando. Con un pretesto allontana dal paese Don Ferdinando e a notte fonda bussa alla porta di casa sua e, per farsi aprire, dice di aver ucciso un uomo e di essere inseguito. Il suo scopo è raggiunto poiché gli amici che erano nascosti lì intorno, lo hanno visto entrare in casa di Don Ferdinando. Però, dopo poco tempo, ritorna improvvisamente Don Ferdinando e Don Agostino, per giustificare la propria presenza in casa sua, conferma di aver chiesto rifugio perché inseguito dai carabinieri e, per comperarsi il silenzio del suo salvatore, gli restituisce le cambiali che da anni Don Ferdinando non poteva pagargli. Alla fine, quando tutto si chiarisce, il malcapitato Casanova, messo alla berlina da tutti, è costretto a lasciare il paese.

Critica
"Un'altra prova cinematografica dei De Filippo andata a vuoto. Ma si direbbe ch'essi lo sappiano già prima d'incominciare. Non mostrano di compiere alcuno sforzo per intendere il diverso linguaggio del cinema e posano buttando giù le loro battute, l'una dietro l'altra, senza neppure quella sapienza che in teatro li fa distinguere dagli altri comici italiani. L'immobilità alla quale si affidano sembra privarli persino dell'estro inventivo: si perde il sottile gioco psicologico dei loro gesti, delle loro pause. E' tutto un ritmo che sfuma e che riuscirà a realizzarsi solo quando i valori espressivi teatrali si saranno fusi pienamente con quelli della macchina da presa, come accadde soltanto quella volta, nel famoso 'Cappello a tre punte' di Camerini."
(Giuseppe De Santis, 'Cinema', 10 gennaio 1943)

Peppino a Marino: Casanova farebbe così! (1942)
"Piazza Matteotti, Corso Vittoria Colonna, Corso Trieste, Piazza San Barnaba, Villa Desideri fanno da cornice ad una divertente commedia degli equivoci interpretata dai fratelli De Filippo"
Tratto dall'omonima pièce teatrale di Peppino De Filippo e Armando Curcio, il film, diretto dal prolifico Carlo Ludovico Bragaglia, è una commedia degli equivoci senza grandi pretese, destinata a divertire il pubblico in tempo di guerra. Tanto è tradizionale ed approssimativa nella messa in scena, quanto è però spiritosa nei dialoghi e soprattutto in alcune caratterizzazioni dei personaggi dove, alla sapiente e collaudata presenza di Peppino ed Eduardo De Filippo, si affianca quella di uno stuolo di bravi caratteristi, tra i quali si segnala un giovanissimo Alberto Sordi nei panni di uno degli amici di Peppino.
La trama: Don Agostino (Peppino De Filippo), spocchioso e vanesio possidente terriero, noto in paese, oltre che per le sue attività di strozzino, per la fama di "irresistibile" casanova, scommette 10.000 lire con gli amici del biliardo di riuscire a passare una notte in casa di Maria Grazia (Clelia Matania), bella e virtuosa moglie dello stalliere Don Ferdinando (Eduardo De Filippo). Ma le conseguenze dello stratagemma che Agostino escogita per allontanare il burbero marito della donna, suo debitore nonché marito gelosissimo, e vincere la scommessa, gli si ritorceranno maldestramente contro: il sedicente dongiavanni sarà costretto non solo ad abbonare i debiti a Don Ferdinando e agli altri compaesani, ma anche a lasciare in tutta fretta la cittadina accompagnato, ironia della sorte, proprio da Rosalia, la più brutta donna del paese.
Nel film la vicenda è ambientata nel napoletano (alla fiera di Napoli, infatti, Don Agostino spedisce don Ferdinando con il pretesto di comprare un cavallo), ma in realtà gli esterni sono stati girati a Marino e nelle campagne dei Castelli Romani. Nelle scene iniziali, in cui Don Agostino si pavoneggia davanti ai suoi compaesani, riconosciamo infatti piazza Matteotti, filmata da diversi punti di vista (si notano, tra l'altro, la vecchia linea tramviaria dei Castelli Romani e una delle torri della Rocca dei Frangipane), Corso Vittoria Colonna, Corso Trieste e Piazza San Barnaba con l'omonima basilica, il campanile e la fontana di Nettuno. Mentre nel finale il malcapitato casanova, allontanandosi mestamente dal paese a bordo del suo calesse, passa davanti a Villa Desideri (attualmente sede anche della biblioteca comunale), inoltrandosi verso la via Capo d'acqua: si scorge l'ingresso del cimitero e sullo sfondo la sagoma di Monte Cavo; da notare invece la vecchia chiesa di San Rocco, distrutta dai bombardamenti del 1944.
L'autore ringrazia Marta Di Flumeri e Paola Ussi
Saverio Salamino
http://www.vivavoceonline.it/articoli.php?id_articolo=1117 

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