ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




jueves, 7 de marzo de 2013

Viva l'Italia - Roberto Rossellini (1961)


TÍTULO ORIGINAL Viva l'Italia
AÑO 1961
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 138 min. 
DIRECTOR Roberto Rossellini
GUIÓN Roberto Rossellini, Sergio Amidei, Antonio Petrucci, Diego Fabbri, Antonello Trombadori
MÚSICA Renzo Rossellini
FOTOGRAFÍA Luciano Trasatti
REPARTO Renzo Ricci, Paolo Stoppa, Franco Interlenghi, Giovanna Ralli, Tina Louise
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia
GÉNERO Drama | Histórico. Siglo XIX 

SINOPSIS Giuseppe Garibaldi (1807-1882) es un patriota que lucha por la unificación de su país. En 1860 desembarca en Sicilia con sus mil "camisas rojas" para liberar la isla del dominio de los Borbones. En Marsala se le unen numerosos voluntarios. Gracias a la victoria obtenida en la batalla de de Volturno, el ejército borbónico se ve obligado a emprender la retirada. Tiene lugar entonces un encuentro entre Garibaldi y el rey Víctor Manuel II de Saboya, al que Garibaldi reconoce como rey de Italia y al que, generosamente, entrega el Reino de las dos Sicilias, arrebatado a los Borbones. En sus últimos años se retiró a la isla de Caprera, donde murió en 1882 .((FilmAFFINITY)






DOCUCINE GARIBALDIANO
A comienzos de la década de los 60, la obra de Rossellini, brillante a lo largo de los veinte años precedentes, comenzó a mostrar síntomas de agotamiento, de desgana incluso, circunstancia que desembocaría en la decisión de abandonar el cine en favor de la televisión, pues para él "el cine había muerto".
Antes de dar tal paso, Rossellini aún realizó alguna obra cinematográfica como la presente, un encargo oficial del gobierno italiano, que deseaba un filme riguroso acerca de la expedición de Garibaldi y sus mil voluntarios (los "Camisas Rojas") a Sicilia y Nápoles, en el marco del "Risorgimento". Para ello, el director italiano gozó de todas las facilidades, disponiendo de numerosos extras y pudiendo rodar en los espacios y lugares en los que se desarrollaron los acontecimientos históricos.
Rossellini trató de alejarse de las anteriores producciones, que habían abordado el tema y la figura de Garibaldi desde una perspectiva heróica y romántica, adoptando una óptica desapasionada, deliberadamente fría, ceñida por tanto a un deseo de reconstrucción histórica veraz. Es por eso que se percibe cierto afán documental que si bien es afortunado para el rigor histórico, no lo es tanto para la película, que desde el punto de vista del espectador resulta excesivamente sosa, carente de nervio. Así, las secuencias de las batallas, pese a estar bien realizadas, se observan con la misma frialdad con que las rueda Rossellini, esto es, a gran distancia, con abundantes planos generales. Los personajes ceden en importancia ante los hechos históricos narrados, incluso en el caso de Garibaldi, lo que hace que la labor de los actores no brille demasiado, y el guión se limita a acompañar la narración histórica, sin que aporte nada demasiado sustancial.
Se trata, por tanto, de un filme con interés para aquél que quiera saber algo de los acontecimientos históricos que en él se narran, pero seguramente defraudará a quien busque emocionarse o asistir a una película llena de acción y heroicidades.
Quatermain80
http://www.filmaffinity.com/es/reviews/1/730606.html
---
Commissionato a Roberto Rossellini nel 1960, in vista delle celebrazioni del primo centenario dell'unità d'Italia, Viva l'Italia ha una struttura e un'impostazione più da documentario che da film storico, privo com'è, volutamente, di un centro unificante, di uno o più plot capaci di costituire il motore propulsivo della storia narrata in immagini, centrata sull'intera spedizione dei Mille nel Regno delle Due Sicilie.
Dopo aver brevemente illustrato, a partire da una cartina geografica della penisola italiana, la situazione politica dell'Italia all'indomani della guerra del '59, l'attenzione viene spostata sugli eventi che si stanno determinando in Sicilia, in particolare sullo scoppio della rivolta della Gancia ad opera di alcuni patrioti che non esitano a sacrificare la propria vita pur di affermare la loro fede democratica e liberale. Ma la rivolta è anche il segnale atteso dai volontari garibaldini e dagli esuli siciliani riuniti a Genova per tentare la grande impresa di muovere con una spedizione guidata da Garibaldi alla volta dell'isola, per strapparla definitivamente alla dominazione di Francesco II.  Dopo alcune esitazioni Garibaldi scioglie gli indugi e con un forte proclama annuncia la partenza per la Sicilia, al grido di Viva l'Italia, viva Vittorio Emanuele. Comincia così il cammino che nel breve volgere di sei mesi lo porterà da Quarto a Teano, attraverso una serie di tappe significative, quali la battaglia di Calatafimi, quella di Palermo, lo sbarco in Calabria, l'ingresso a Napoli, la battaglia del Volturno.
Nell'economia complessiva del film, tuttavia, gli eventi che si svolgono in Sicilia assumono una parte preponderante che appare direttamente proporzionale al tempo trascorso effettivamente da Garibaldi nell'isola, dal maggio all'agosto del 1860, quasi a voler dilatare anche sullo schermo il peso e l'importanza per il successo dell'intera impresa di quanto era accaduto in quel lasso di tempo. Anche il ritmo del film segue la stessa partitura, lento e pacato all'inizio, nonostante la drammaticità degli eventi, via via più accelerato e convulso a mano a mano che si va verso lo scioglimento finale, costituito dalla battaglia decisiva combattuta sul Volturno, per poi tornare a farsi di nuovo lento alla fine, al momento del passaggio di consegne da Garibaldi a Vittorio Emanuele II e alla successiva partenza solitaria del generale per Caprera.
Rossellini è attento alla ricostruzione storica dei fatti, che a volte sono riproposti con cura meticolosa e quasi pignola, ma si astiene dall'esprimere un giudizio e dal costruire un discorso a tesi, mirando piuttosto a dar conto della complessità delle forze in campo facendole agire direttamente oppure affidando ai dialoghi tra i vari personaggi il compito di spiegare e di far comprendere ciò che sta avvenendo o che è già accaduto. Evita, inoltre, di caricare di simbolismi le immagini proposte e di offrire, di conseguenza, una celebrazione trionfalistica del Risorgimento.
Filo conduttore di tutta la storia è Garibaldi, di cui il regista delinea due spazi di azione, uno pubblico e uno privato, dove agiscono rispettivamente il Garibaldi-generale e condottiero attento alla propria immagine di guida dei propri uomini, e il Garibaldi-uomo di mezza età un po' stanco e acciaccato, in camicia da notte e in pantofole, dalla vista indebolita e tormentato dalla gotta. A prevalere, alla fine, tra i due, il Garibaldi-uomo capace di dismettere in un breve istante i panni del condottiero e di consegnarsi come umile soldato al re per il quale ha combattuto e ha conquistato un regno, senza nulla volerne in cambio.
Attorno a lui molti dei personaggi storici che parteciparono a quell'avventura, quali Nino Bixio, (sempre nervoso e irascibile), Giuseppe Bandi, Luigi Gusmaroli, il figlio Menotti, accanto ad altri come Francesco Crispi, Giuseppe La Farina, Giuseppe La Masa, il generale Landi, Alessandro Dumas, Giuseppe Mazzini, appena intravisti per pochi istanti. Di nessuno peraltro si approfondisce il carattere o si danno spiegazioni per le azioni compiute, finendo per risultare tutti allo stesso modo funzionali alla costruzione di una narrativa della Storia attraverso la macchina da presa. 
T. G.
https://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_150ANNI/PIR_150ANNISITO/PIR_Schede/PIR_Millepellicole/PIR_VivalItalia


La serata, inaugurata dal corto La presa di Roma di Filoteo Alberini, regista pioniere del cinematografo, padre del kinetografo (strumento per la realizzazione dei film), è proseguita con la proiezione di Viva l’Italia, lungometraggio di Roberto Rossellini – già uscito nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia – in cui viene descritta la spedizione dei Mille del 1860 guidata da Giuseppe Garibaldi, dallo scoglio di Quarto fino all’incontro di Teano del 26 ottobre con il re Vittorio Emanuele.
L’eroe dei due mondi ha il volto di Renzo Ricci e la voce di Emilio Cigoli, ricorda i protagonisti del western – soprattutto il John Wayne di fordiana ed hawksiana memoria – e, nel proprio percorso di gloria, viene realisticamente descritto, dilaniato da un patriottico buonismo di sorta e dai tipici reumatismi del navigatore non più in tenera età. Lo stile dell’edizione proiettata (quella italiana, di mezz’ora più corta rispetto a quella francesce, che lo stesso regista prediligeva) è illustrativo, cronachistico. Rossellini, nella tipicità del suo modo di fare cinema non vuole dimostrare o spiegare le proprie tesi, e preferisce concentrarsi sul personaggio di Garibaldi, la cui solenne figura risulta capace di incutere sicurezza e timore reverenziale, rispettivamente in chi lo segue e lo combatte.
Il tono della narrazione, con le sue enfatizzazioni, è pienamente celebrativo, tesa a far risaltare – per una precisa scelta registica – la caratura nazionale del protagonista. Le componenti storico-ideologiche del film, da epopea millenaria, implicate nella sceneggiatura offuscano solo in parte quelle umoristiche (Garibaldi è anche miope), e il personaggio risulta, in qualche modo, demitizzano e umanizzano, in altre parole concretamente storicizzato.
In Viva l’Italia – come anche nel film storico La presa del potere da parte di Luigi XIV – emerge in modo particolare la cura registica della messinscena, che – attraverso ripetitivi campi totali di ripresa – illustra il campo di battaglia e la geografia dei luoghi, ricollegandosi idealmente ai grandi quadri di raffigurazioni delle battaglie immortalate, ad esempio, su tela da Renato Guttuso. In alcuni momenti, la regia sembra addirittura voler rievocare, nelle sue componenti tardo-romantiche, un certo gusto paesaggistico di stampo crepuscolare, come quelle di Caspar David Friedrich.
Pur venato di quel patriottismo così stridente di questi tempi, Viva l’Italia riesce a sottolineare efficacemente il dovere storico di un popolo di continuare a credere nel proprio Paese. Soprattutto quando alle prese con la commemorazione dell’anniversario della propria nascita.
http://www.persinsala.it/web/recensioni-film/recensione-viva-litalia-1007.html
---
GEMONA. Tra i molti progetti cinematografici in relazione alle celebrazioni del primo centenario dell’unità nazionale italiana l’unico realizzato fu Viva l’Italia di Roberto Rossellini, uscito all’inizio del 1961, che riporta sullo schermo l’impresa dei Mille, l’episodio risorgimentale che maggiormente si era radicato nell’immaginario degli italiani. Quale tono dare a un film appositamente commissionato, in cui il regista si trova affiancato da ben quattro sceneggiatori (Sergio Amidei, Antonello Trombadori, Diego Fabbri e Antonio Petrucci)? Rossellini vuole prendere le distanze dai toni retoricamente eroici, agiografici e oleografici di precedenti film di argomento risorgimentale, ma anche da tutta una tradizione diffusa attraverso il patriottismo scolastico e da una vasta pubblicistica di stampo propagandistico e apologetico.
Decide, quindi, di affidarsi al racconto dei cronisti dell’epoca, come Giuseppe Bandi, aiutante di campo di Garibaldi durante la spedizione, Giuseppe Cesare Abba, Alexandre Dumas, nonché a lettere private, documenti personali e immagini del tempo.
Vuole dare al suo film il tono di una “cronaca vera” di un’impresa di cento anni prima, ricostruendo i fatti e riportando i “detti memorabili” secondo le piú accreditate versioni. Un film senza forzature romanzesche o invenzioni che, pur non rinunciando allo spettacolo, lo inquadra in una dimensione didascalica. La figura centrale del film è naturalmente quella di Garibaldi, interpretato da Renzo Ricci, grande attore di teatro e membro di una lunga dinastia di attori (genero di Ermete Zacconi, padre di Nora Ricci e nonno di Paola Gassman), di cui viene ripetutamente sottolineata la semplicità, l’estrema frugalità, la quotidianità, la bonomia, la saggezza, la calma.
Rossellini sembra affascinato dal personaggio, che in certi momenti pare simile al suo Francesco, giullare di Dio (1950); infatti il generale spesso compie gesti o dice cose che sembrano rientrare in una sorta di iconografia cristiana. Ma nel film prevale una dimensione corale; il racconto non si sofferma mai troppo sulle altre figure, spesso solo abbozzate (come Nino Bixio / Paolo Stoppa e Giuseppe Bandi / Franco Interlenghi). Viva l’Italia fu girato nell’estate del 1960 negli stessi luoghi in cui si verificarono gli avvenimenti narrati: Calatafími; Palermo (Porta Carini, Piazza Pretoria); il forte di Milazzo; Torre Faro (a nord di Messina); Napoli; reggia di Caserta; Acquedotto Carolino (nelle scene della battaglia del Volturno).
Il film non raggiunge pienamente gli obiettivi che il regista si era proposto, in quanto il tono didascalico risulta talvolta pesante, la visione di un Risorgimento “conciliato” nelle sue diverse componenti si rivela oggi semplicistica e quel tono celebrativo che si era ripromesso di evitare riappare in alcune sequenze. Comunque, Viva l’Italia rappresenta un momento di svolta nel percorso artistico di Roberto Rossellini nel senso che apre la strada a quel cinema di informazione, divulgazione e documentazione, a quel grande progetto enciclopedico che lo avrebbe impegnato, soprattutto in ambito televisivo, negli anni successivi.
Carlo Gaberscek
http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2011/06/01/news/quot-viva-l-italia-quot-a-gemona-il-rossellini-restaurato-1.212153

1 comentario: