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jueves, 15 de agosto de 2013

Le signorine dello 04 - Gianni Franciolini (1955)


TITULO ORIGINAL Le signorine dello 04
AÑO 1955
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 101 min.
DIRECCION Gianni Franciolini
GUION Sergio Amidei, Agenore Incrocci, Furio Scarpelli
MUSICA Carlo Innocenzi
FOTOGRAFIA Tonino Delli Colli (B&W)
REPARTO Giovanna Ralli, Antonella Lualdi, Franca Valeri, Marisa Merlini, Giulia Rubini, Sergio Raimondi, Peppino De Filippo, Aldo Giuffrè, Roberto Risso, Antonio Cifariello, Tina Pica
PRODUCTORA Compagnia Internazionale Realizzazioni Artistiche Cinematografiche (CIRAC)
GENERO Drama. Comedia. Romance

SINOPSIS La vida y amores de cinco operadoras de telefonía italiana. Una de ellas es traicionada por su marido, otra ayuda a un estudiante que quiere quitarse la vida, otra cambia de novio cada dos días, una es madre soltera y la última trata de convencer a un contable que había enviudado recientemente. (FILMAFFINITY)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)

Archivo histórico Telecom Italia (pdf)

TRAMA: 
Il film narra la vita e le vicende di cinque impiegate dei Telefoni di Stato e ce le presenta dapprima ai loro posti di lavoro, nell'atmosfera di febbrile attività che è propria di una centrale telefonica. Quando, finito il turno, si ritorna a casa, ciascuna vi trova un particolare ambiente, diverso da quello delle compagne di lavoro, e particolari preoccupazioni. C'è la ragazza energica e spigliata, figlia di onesti operai, la quale sogna il principe azzurro, che la strappi al suo troppo modesto ambiente: c'è quella, che ha imparato a proprie spese quali siano le conseguenze di un attimo di leggerezza e sa apprezzare un cuore generoso e sincero, anche se batte sotto la tuta dell'operaio. All'idillio sentimentale fra la telefonista e lo studente, che ella vuol salvare dal suicidio si contrappone la relazione molto più pratica e prosaica tra la capoturno e il vedovo di mezz'età, che ella spera di conquistare, sfoggiando non disprezzabili virtù culinarie. La grigia e dura esistenza di una collega sposata che il marito tradisce reca una nota di grande tristezza in quell'ambiente, dove predominano di solito, malgrado tutto, la spensieratezza e la gaiezza della gioventù.

CRITICA: 
"Franciolini ha realizzato il film con garbo e scioltezza, senza metterci niente del suo oltre questo impegno di serio lavoro. Le telefoniste non sono che un pretesto per raccontare tante storielline (gli episodi qui si ricompongono in unità, ma il film resta tuttavia episodico) (...) Si parte, ionsomma, da un ambiemte reale che potrebbe prestarsi a un'indagine di ordine umano e sociale, per creare, invece, un tipo di film comico sentimentale che, se si contrappone ai famosi telefoni bianchi, non è detto che in quanto a clima gli sia molto distante." (Luigi Chiarini, "Panorama del cinema contemporaneo 1954/1957" ed. Bianco e Nero, 1957).

Oramai sono determinato a scovare tutta quella serie di film che, in passato, ho sempre visto in terze e quarte visioni sulle tv locali, bellissimi film collocati in fasce orarie infami perché subivano l'onta del tempo. "Le signorine dello 04" del semi-sconosciuto regista Gianni Franciolini è stato un film involontariamente profetico. Infatti, benché datato 1955, si può considerare il progenitore assoluto di pellicole il cui soggetto è dedicato al fenomeno dei call center. Non a caso, mi sono permesso di metterlo in stretta correlazione con il film di Virzì "Tutta la vita davanti", cui presto dedicherò una recensione a parte. Sebbene siano due film strutturalmente diversi, le dinamiche di centralino e/o call center sono molto simili tra loro, come per esempio il personaggio del "coordinatore" che nel film in oggetto, almeno nel 1955, si chiamava "capoturno", interpretato dalla sempre brava Franca Valeri, intenta a controllare e rimproverare le risorse meno efficienti.
Anche qui il cast è formato da attori e attrici di lungo avvenire, come Marisa Merlini, la già citata Franca Valeri nella parte della capoturno, Peppino De Filippo, Tina Pica, Aldo Giuffré e Giovanna Ralli (allora giovanissima, aveva 20 anni). Il film si sviluppa su cinque di loro, ognuna con le proprie storie personali e vicissitudini: Vera Colasanti (Marisa Merlini), alle prese con il marito e collega di lavoro che la tradisce regolarmente, Bruna (Giovanna Ralli) continuamente in cerca di un fidanzato che non venga fatto scappare dai suoi fratelli un pò sciovinisti, Gabriella (Giulia Rubini) che salva da un - presunto - tentativo di suicidio un ragazzo che sentirà proprio al telefono e con cui si fidanzerà, Maria Teresa (Antonella Lualdi) che affronta dignitosamente le difficoltà di essere una ragazza madre negli anni '50 ed ultima, forse più amara e spassosa, Carla (Franca Valeri), zitellona che cerca di conquistare il suo vicino di casa rimasto vedovo da poco tempo. Le storie scorrono più o meno parallele, in un clima di generale simpatia e leggerezza, pur trattando degli argomenti decisamente scomodi per il contesto sociale degli anni '50 italiani in cui sono inseriti.  
Tra un sorriso e una risata, infatti, non si può fare a meno di notare le tematiche della solitudine femminile che, superata un'età relativamente giovane e non essendo ancora sposate, subisce un malcelato compianto da parte della società di allora (Carla, la capoturno), ponendola in uno stato di palese apartheid. Il tradimento coniugale (Vera), dove il perdono ad oltranza del fedifrago viene incoraggiato in nome di una continuità ideale più sociale che religiosa. La maternità extra matrimoniale (Maria Teresa), poco decorosa se non quasi oltraggiosa per gli standard dell'epoca. I fidanzamenti rapidi e puerili (Gabriella), a cui basta un semplice gesto di aiuto per salvare il presunto suicida ed una stretta di mano, per ritrovarsi tutti a tavola a consumare il pranzo di fidanzamento tra le rispettive famiglie pochi istanti dopo. L'alcolismo tenuto nascosto tra le mura domestiche di zia Vittoria (Tina Pica), dove la preoccupazione dei famigliari é più orientata al "non far sapere", piuttosto che adoperarsi per aiutare a superare il disagio della malcapitata. L'ingerenza famigliare nelle scelte sentimentali (Bruna), dove i fratelli perpetuano la figura del pater familias imponendo decisioni e scelte di vita che nulla hanno a che fare con i desideri e le reali aspirazioni di lei. Il film terminerà in un contesto lieto, di nuovo tutte riunite dietro gli enormi catafalchi dei centralini dell'epoca, alle prese quotidianamente con le vicissitudini lavorative e gli aneddoti personali. In "Tutta la vita davanti" vengono invece affrontate tematiche più legate ai nostri giorni, ma che secondo me hanno una comune matrice con quelle ritratte da "Le Signorine dello 04". Per chi vorrà vedere le "Signorine dello 04", posso semplicemente suggerire di andare a caccia del titolo anche solo in vhs, in qualche videoteca particolarmente fornita. Non credo che sia disponibile già in dvd, ma spero di essere smentito, perché la visione di questo fim costituisce senza dubbio un must-to see!


Cinema e lavoro nel 1954
Capolavori orientali e vicende sociali tra i portuali di New York

E’ la corte imperiale giapponese il luogo dove lavorano Ishun lo stampatore e Mohei il disegnatore col quale fugge la moglie del primo. La vicenda è al centro di uno dei capolavori dell’anno, Gli Amanti Crocifissi di Kenji Mizoguchi. La terra, i contadini, il confronto tra le culture è invece il tema dell’altro gioiello che ci arriva dal Giappone, "I sette samurai" di Akira Kurosawa. Il terzo gioiello storico è invece italiano: "Senso", di Luchino Visconti.
Ma veniamo al lavoro. Fronte del porto di Elia Kazan è il film più significativo dell’anno. Racconta di Terry Malloy, scaricatore di porto ed ex pugile, alle prese con una gang che controlla il sindacato dei portuali. Girato in esterni a New York è un film con forti riferimenti sociali ed etici e si avvale di un grandissimo Marlon Brando che porta al trionfo lo stile di recitazione dell'Actors' Studio. Restando negli Usa vale la pena rammentare lo splendido "La finestra sul cortile" di Alfred Hitchcock avente come protagonista un fotoreporter costretto all'immobilità per una frattura alla gamba, ma anche la vita dei tagliaboschi, seppure musicata, di "Sette spose per sette fratelli" per la mano di Stanley Donen. Ambientato nel sud ed avente come protagonista un’operaia è "Carmen Jones" di Otto Preminger mentre il film "La sete del potere" di Robert Wise racconta la lotta per la successione al presidente di una grande azienda.
Il mondo della malavita è al centro di due importanti film francesi come "Le Grisbì" di Jacques Becker e "Rififi" di Jules Dassin mentre il clima del Moulin Rouge a Montmartre ispira Jean Renoir in "French Cancan".
In Inghilterra viene prodotto "La ragazza del secolo" di George Cukor alle prese con una ragazza che da un giorno all'altro si trova senza lavoro ed "Hobson il tiranno" di David Lean che racconta la vita familiare di un avaro calzolaio. Non va dimenticato che nell’anno esce "Ordet" di Carl Theodor Dreyer film sui contrasti religiosi avente come figura centrale la figlia di un sarto.
E veniamo in Italia... Le vicende di un povero cantastorie e della sua numerosa famiglia fanno da filo conduttore a "Carosello Napoletano" di Ettore Giannini mentre la vita ed il lavoro del girovago sono raccontati da Federico Fellini ne "La strada". Ma altri sono i film che si affacciano alla mente... "L'oro di Napoli" di Vittorio De Sica con una splendida Sofia Loren che fa la pizzaiola, "L'arte di arrangiarsi" di Luigi Zampa e "Miseria e nobiltà" di Mario Mattoli sempre alle prese con l’ambiguità della vita e del lavoro. Camilla di Luciano Emmer, figura di una domestica di mezza età che osserva una famiglia borghese in crisi. Altre vicende lavorative in "Hanno rubato un tram" di Aldo Fabrizi dove il protagonista, sospeso dal lavoro, ruba un tram e se ne va in giro per Bologna. Ed in Le signorine dello 04 di Gianni Franciolini, racconto della vita e del lavoro di cinque impiegate della Sip. Infine il mondo contadino è al centro di "Giorni d'amore" di Giuseppe De Santis e quello della scuola in "Scuola elementare" di Alberto Lattuada, racconto dei fallimentari affari di un maestro ed un bidello.

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