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sábado, 31 de agosto de 2013

L'Ombrellone - Dino Risi (1965)


TITULO ORIGINAL L'ombrellone
AÑO 1965
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 90 min.
DIRECCION Dino Risi
GUION Dino Risi & Ennio de Concini
MUSICA Lelio Luttazzi
FOTOGRAFIA Armando Nannuzzi
REPARTO Enrico Maria Salerno, Sandra Milo, Jean Sorel, Daniela Bianchi, Trini Alonso, José Calvo, Helga Line, Ana Castor
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia-España; Ultra Film / Sicilia Cinematografica / Les Films du siècle / Altura Films
GENERO Comedia

SINOPSIS El ingeniero Enrico Marnetti va a pasar el fin de semana con su mujer, que está veraneando en la playa. Su aparición en la colonia de vacaciones desvela la red de relaciones, hipocresías y mentiras que la componen, de las que la pareja no se puede librar. (FILMAFFINITY)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)


"L'ombrellone" è il titolo di un film che venne programmato, preparato e girato sulla spiaggia di Riccione e, in particolare, all'hotel Baltic che si trasformò per qualche tempo in un autentico set cinematografico.
Il film era una co-produzione tra Italia, Francia e Spagna. Fu diretto dal regista Dino Risi, maestro riconosciuto della "commedia all'italiana" in voga negli anni sessanta del "boom". Fu preparato nel 1964 e uscì nelle sale cinematografiche nel 1965.
Gli attori principali sono Enrico Maria Salerno, Sandra Milo, il francese Jean Sorel, Daniela Bianchi, Lelio Luttazzi. Soggetto e sceneggiatura sono dello stesso regista Dino Risi e di Enrico De Concini. Il tempo "reale" dell'azione filmata e delle storie che si intrecciano nella Riccione buona per ogni tentazione, è di un week-end. Fu giudicato "crepuscolare" di un'epoca spesso artificiosamente dorata.
Per l'hotel Baltic
Enzo Balboni (giornalista)

L'Hotel Baltic
Moltissime scene del film furono girate all'Hotel Baltic. E' lì che sono in vacanza Enrico Maria Salerno e Sandra Milo. Ed è di fronte all'hotel che si svolge la vita da spiaggia della coppia e degli amici. Una scena è girata completamente in una delle camere del Baltic, allora come oggi, tutte affacciate sul mare.

La canzone
Oltre alla canzone "Chi siete" cantata da Mina nei titoli di testa, nella colonna sonora del film "l'ombrellone" trova posto uno dei più grandi successi di Jimmy Fontana "Il mondo", testo di Gianni Boncompagni, musica Jimmy Fontana e Carlo Pes, arrangiamento di Ennio Morricone. La canzone venne lanciata proprio nel 1965, anno del film, durante la manifestazione "Un disco per l'estate" e poi ripresa da tantissimi artisti internazionali.

La trama
L'ingegner Enrico Marletti (Enrico Maria Salerno), che odia il mare e la confusione, lascia una Roma ormai vuota per raggiungere sua moglie Giuliana (Sandra Milo), da settimane in vacanza all'Hotel Baltic di Riccione, per passare il Ferragosto insieme a lei.
Qui, nel tipico marasma vacanziero della riviera romagnola degli anni '60, conoscerà una serie di personaggi coloriti: un'insopportabile pettegola di Varese, il marito dominato e umilito anche in pubblico; sua figlia, una ragazzina che lo tormenterà varie volte; un siciliano che ci prova con tutte le ragazze; un viscido conte che vende antiquariato; Pasqualino, un tipo sempre in vena di scherzi; una giovane signora che tradisce spesso il marito; il professor Ferri, un tizio che ha ben poco del professore e Sergio, un simpatico gigolò romagnolo che mira a tutte le donne sposate.
Per Marletti, come si può ben immaginare, si preannuncia una vacanza tutt'altro che riposante e non solo per il fatto che nei tre giorni a Riccione non riuscirà a chiudere occhio.
La commedia, simpatica e intercalata da brani musicali in voga nella metà degli anni '60, inquadra in maniera perfetta l'Italia vacanziera nel pieno del boom economico, fornendo uno spaccato sociologico della nuova borghesia, non raramente cafona e superficiale.
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"Interesantísima y sarcástica crítica a la sociedad burguesa del momento. Aunque no sea una de las películas más importantes de Risi, encierra indudables elementos de interés. Buena"
Fernando Morales: Diario El País
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Un marito ingegnere (Salerno) lascia la quieta Roma d'agosto per raggiungere la moglie (Milo) nel bailamme balneare di Riccione per un weekend tra divertimenti coatti, spontanei sbadigli, tentazioni, corteggiatori della consorte o professionali (Sorel) o interessati (Luttazzi). Lo sfondo _ Roma deserta, il caos del traffico e delle spiagge, le canzoni di successo, i rumori della chiassosa colonna sonora _ predomina in questa commedia, scritta da Ennio De Concini con Risi, che con critica cattiveria segna il tramonto di un'epoca (il boom è finito) e il trionfo della volgarità anche se oscilla tra la volontà di graffiare e la tentazione di piangersi addosso. Se il personaggio di Salerno è spiegato soltanto a metà, la Milo dà della moglie, attraverso il comportamento, un'interpretazione pari a quella di La visita. Eastmancolor di A. Nannuzzi. Musiche di L. Luttazzi.
Il Morandini
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Film emblema di tutto uno stile, un modo di vedere la realtà quotidiana italiana. La commedia italiana difficilmente è cinema di denuncia: non si mette sotto accusa un sistema, non si analizzano le radici dei problemi, non si va a fondo nella ricerca dei motivi dei vari comportamenti, usando strumenti propri di indagine come la descrizione semi-documentaristica, il rigore filologico e sociologico, la ricerca scientifica. La commedia all’italiana, e quella di Risi in particolare, nei migliori casi, riesce con tratti sapienti e spesso geniali, a fotografare una Nazione, a mostrarne vizi, manie, debolezze con tocchi leggeri usando lo strumento del cinismo, dell’ironia e della comicità. Nei casi meno riusciti, mancando l’ispirazione, la comicità scade a farsa e a stanca rappresentazione di realtà fittizie infarcita di luoghi comuni e volgarità. Nel film in questione, ci troviamo di fronte a un’opera riuscita in parte, ma interessante per il modo in cui si affrontano i soliti vizi e difetti della società italiana negli anni del “boom” (metà anni ’60). Come scenario, viene scelta una località balneare adriatica d’estate. La spiaggia è un po’ il concentrato o il crogiolo dei vari comportamenti degli italiani in vacanza. Vengono perciò create diverse tipologie che riassumono, grosso modo, l’atteggiamento dell’italiano medio : il buontempone, il play boy, l’intellettuale fasullo, la pettegola insopportabile col marito ormai vittima rassegnata, la moglie che ama essere corteggiata e il marito geloso. Il tutto condito da una miscellanea delle canzonette più in voga in quel periodo. E’ il classico film estivo senza particolari pretese. Il punto è che un film “disimpegnato” di Dino Risi di metà anni ’60 non è un prodotto usa e getta come certi film-panettoni o balneari attuali. C’è una dignità e un rispetto per il mestiere di regista che finiscono per dare spessore artistico anche ai film meno impegnati. Ad esempio, la figura del protagonista, l’ingegner Marletti (interpretato da un buon Enrico Maria Salerno) non è ascrivibile al gusto macchiettistico e superficiale, riservato invece agli altri personaggi. Marletti è un uomo serio, colto ed innamorato della moglie: non possiede insomma le caratteristiche dell’italiano medio bersaglio dei lazzi e delle beffe di tanto cinema italiano. Ama divertirsi ma non mescolarsi né partecipare ai vacui riti balneari, ai pettegolezzi, agli scherzi stupidi. E’ geloso della moglie ma non si comporta in modo ridicolo. Intende verificare la fedeltà della propria moglie, ma lo fa con intelligenza e con tatto. In un microcosmo essenzialmente frivolo come quello della spiaggia affollata adriatica, Marletti è l’eccezione (non fa parte del gruppo, se non episodicamente). Viene quindi da chiedersi la ragione d’esistere nel film di questo personaggio. La ragione sta forse nel richiamo che gli sceneggiatori e il regista fanno alla dignità artistica. La società italiana non è solo spiaggia, ombrelloni, mare, sole, canzonette, piadine e amorazzi svelti quanto sterili. “Vi sto dando un film per farvi divertire-sembra dire Risi- ma l’Italia non è solo questa. Ci sono persone serie che lavorano in modo serio, si sposano, amano i figli e continuano ad amare le mogli”.
L’Italia del “boom” non è solo frutto di una fortunata coincidenza di circostanze favorevoli, ma c’è alla base una società che lavora e sacrifica. Verranno poi gli anni dello “sboom”, delle tangenti, della corruzione, dell’edonismo sfrenato e totalmente disimpegnato, intervallati da quelli di piombo. Tutto materiale adatto per un’efficace satira di costume alla Dino Risi appunto. Ma questa è un’altra storia.
johngarfield


Film balneari: "L'ombrellone", di Dino Risi
E' arrivata la stagione delle ferie, dell'aria aperta, ma anche dei film ad ambientazione marittima (che solitamente vengono sì girati d'estate, ma poi visti d'inverno).
Oggi ho scelto L'ombrellone, un film di Dino Risi del 1965, film di sapore vacanziero, ma al tempo stesso contrario a quella spensieratezza tipica delle aspettative dell'estate. L'ombrellone è un film noioso (da me positivamente inteso), lezioso e anche un po' critico nel costume, dove in fin dei conti emerge la depressione e la tristezza dell'uomo in vacanza, un professionista ingegnere (interpretato dal bravo Enrico Maria Salerno) che vive un week end a Riccione, travolto dal "banale" e dalla noia. Lode a Dino Risi che ha saputo riprodurre con le immagini il senso di distacco e di spaesamento dell'ingegnere, il suo goffo tentativo di sentirsi come gli altri, mentre la moglie fa gli occhi dolci ai bellimbusti della riviera (tra cui uno smagliante Lelio Luttazzi, al quale lo sceneggiatore De Concini assegna la provocatoria battuta "vado a lavorare". E chi conosce la filosofia di Luttazzi non può immediatamente non pensare a una provocazione) e Jean Sorel.
Il week end romagnolo sarà per Salerno un modo per riscoprire se stesso,per fare un bilancio, per uscire cambiato, dopo aver appurato il tradimento della mogliettina civettuola (Sandra Milo).
Risi riesce, forse memore del clima post-boom, a sintetizzare uno slogan mai detto: "Riccione=depressione". Ed è proprio questa malinconia esistenzialista che riscatta il film dalla banale commedia balneare, col risultato negativo però di non essere riuscito a delinearsi con chiarezza nei propri intenti. Nonostante però alcuni "vuoti" o sacche di uggia, L'ombrellone è un film amaramente sincero e diretto. Indimenticabile la scena di Salerno che si lamenta della scarsa varietà di pietanze dell'albergo, rimproverando al camerierino romagnolo di essere in "piena giornata di recupero", visto il propinarsi di polpettoni e zucchine ripiene.
Altrettanto indimenticabile è l'inizio del film, che ci ricorda cosa sia veramente Riccione il mese di agosto.
E notoriamente, anche Roberto Vecchioni in Livingstone, cantava in tono rassegnato: Lo so, può succedere a tutti...Di passare un'estate a Riccione.

L'Ombrellone (1966) [1 errori]

Continuità: [N°48308] A inizio film, il protagonista (un Enrico Maria Salerno in straordinaria forma) si trova imbottigliato nel traffico della riviera romagnola. Quando il vigile lo redarguisce, in perfetta continuita' al cambio di inquadratura Salerno completa il movimento che aveva iniziato nello shot precedente, ovvero drizzarsi in piedi tenendosi al parabrezza della sua decappottabile. Peccato pero' che la comparsa al posto di guida della macchina visibile nella parte bassa dello schermo sia invece in una posa diversa: nella seconda inquadratura ha il braccio fuori dal finestrino, cosa non vera nella ripresa precedente.

2 comentarios:

  1. Respuestas
    1. I link sono online. Scarica con Mipony o JDownloader..
      Un altro è, copiare il file, aprire una nuova finestra e incolla.
      Luck.

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